Musica: meraviglioso epifenomeno

Dov’è la musica?

La musica esiste soltanto nella coscienza. Del creatore, dell’esecutore, dell’ascoltatore.

Fuori di essa esiste solo un fenomeno fisico. Esistono solo i suoni, non la musica.

La musica è un evento che trapassa nel regno della magia, nel mondo del sublime, in quell’universo nel quale entità caduche, come i suoni, che nascono e muoiono migliaia di volte,vengono messe in rapporto tra di loro dalla nostra consapevolezza. Essi formano entità più grandi, più complesse, più vitali, che si fissano nella memoria e che trasmettono, attraverso dinamiche emozionali, gioia e dolore, felicità e tristezza, malinconia, ricordi. La musica unisce, cancella le individualità, le negatività, la distinzione tra soggetto e oggetto. La musica espande la coscienza, fino ad inglobare tutto l’universo, di cui non siamo una parte, ma il tutto.

6 Responses to Musica: meraviglioso epifenomeno

  1. Ippolito Tramail says:

    Approfitto dell’ospitalità del Maestro Tagliabue per approfondire gli spunti lanciati dal sig. Porcellana, che devo ringraziare, dal momento che mi ha avviato alla scoperta di molti autori a me sconosciuti fino a poco tempo fa, come Ildebrando Pizzetti, di cui esistono pregevoli registrazioni nel mare magnum telematico in cui – volenti, nolenti e intrinsecamente olenti della putrescenza della conoscenza cui ci sottopone la rete – ci troviamo a vivere.
    A tempo di distanza, infine, concordo con il Maestro Tagliabue nel mio piccolo – si parva licet componere magnis – sulla natura epifenomenica della musica: epifenomeno, appunto, in quanto breve, fugace “happy phoenomenon” in un’esistenza che, per citare Schopenhauer, è pur sempre un pendolo tra il dolore e la noia.
    Un cordiale saluto.

    Ippolito Tramail

  2. giorgiotagliabue says:

    Gentilissimo Ippolito, moltissime sono le voci che hanno sussurrato al mio orecchio. Alcune famose; altre quasi sconosciute. Talvolta con tono imperioso. Tal’altra con voce più suadente. Molte hanno saputo insinuarsi nel mio spirito e poche vi hanno stabilito dimora. Per alcune poi, fu solo il fugace incontro di una notte insonne.
    Della maggior parte di esse e del loro lascito ho perso memoria, ma so per certo che, un’eco delle loro parole bisbigli ancora sotto lo strato della coscienza.
    Potrei dire, usando le parole di Goffredo Parise, che “Ho letto tanti libri di cui non ricordo nulla”. Ma sono convinto che il vero valore della cultura, stia nel fatto che essa “è ciò che rimane, quando si è dimenticato tutto”.
    Merleau-Ponty, la cui Fenomenologia della percezione riposa da molti decenni in uno dei numerosi scaffali delle mie librerie, ha avuto parte nel “cosmico sussurro” che mi ha nutrito.
    Ma è in compagnia di tantissime altre voci.
    Con empatia.
    Giorgio Tagliabue
    “Com’è difficile dissolversi nell’essere”. (Emil Cioran)

  3. Ippolito Tramail says:

    Mi perdoni, non mi sono spiegato bene nella mia precedente, complice l’ora tarda. Intendevo chiederle, dato che ne trovo echi lontani nei Suoi scritti, se Lei conosceva effettivamente M.-P.
    I. Tramail

  4. Ippolito Tramail says:

    Gentile Fulvio, la ringrazio per avermi segnalato l’esistenza di questo autore, Malipiero, che poco conoscevo se non per sentito dire.
    Spero che Lei, Fulvio, possa essere parte delle nostre riflessioni e provi piacere nel condividere con noi i suoi pensieri.
    Quanto solleva sapere che non si è soli nel funambolico cammino tra la consapevolezza di sé e del mondo e un minimo di solidità esistenziale.
    Un saluto anche al nostro ospite, il maestro Giorgio Tagliabue.
    I. Tramail

    PS – Le chiedo, maestro, se per caso anche lei è al corrente degli studi fenomenologici di Merleau-Ponty, dato che a tratti richiamano (o almeno alle mie orecchie suonano come echi di) concetti analoghi a quelli esposti dall’autore francese nella sua “Fenomenologia”.

  5. giorgiotagliabue says:

    Gentilissimo Fulvio, mi scuso da subito per il ritardo (non usuale da parte mia) del riscontro alle sue lettere. Cercherò di raggruppare alcune risposte e alcuni cenni a problematiche che vedo interessarla. Mi perdoni anche per la brevità dei cenni (brevità a cui cercherò di porre rimedio in momenti meno congestionati da impegni) che introdurrò in questa mia.
    La ringrazio per avermi fatto oggetto della fiducia che le ha permesso di aprire il suo spirito come non sempre è dato fare. Sono, da sempre, molto sensibile alle “affinità elettive” che costituiscono un legame fortissimo tra gli spiriti. Tali affinità sono un mosaico le cui tessere, in numero molto elevato, hanno dimensioni, forme, colori e consistenza differenti.
    Sulla capacità di “redenzione” della musica potremmo aprire una dissertazione lunghissima e complessa e ciò non perché io non creda a tale possibilità, bensì perché mi rendo conto che i mostruosi limiti dei cosiddetti esseri umani riescono a mortificare anche la materia più sublime che esista nel cosmo.
    La “professione” non ha cancellato la “mistica” del mio approccio con la musica, anche se cercare di trasferire questa visione “mistico-musicale” a musicisti che vivono lo “squallore” della loro pratica professionale quotidiana (non tutti, ovviamente), diviene spesso un tormento.
    In questi ultimi tempi sto dedicando molto tempo allo studio di Wagner (con particolare riferimento al Nibelungenring) e il concetto di “redenzione” è quello su cui si basa tutta la Tetralogia (oserei dire, tutta l’opera di Wagner).
    Non so se questo “umile consesso” possa divenire un luogo d’incontro per il “pensiero spettinato (Stanislav Lec)” di cui pare che noi si sia rappresentanti. Mi auguro, da sempre, che gli spiriti che “vagano libero” per il cosmo possano avere un luogo dove incontrarsi e dove poter “consolidare le proprie perplessità (Emil Cioran)”.
    Il carissimo Augusto (che riceverà da me un personale abbraccio), mi fa oggetto di una stima che non sono certo di meritare. Comunque ben vengano contributi che ci possano aiutare in questa quotidiana “fatica di esistere”.
    Con affetto (che credo sia compatibile anche con la sua scelta di solitudine).
    Giorgio Tagliabue

  6. Fulvio Porcellana says:

    Gentile Maestro Tagliabue,
    Ella è forse fortunato parente di Guido Tagliabue, mitico oboista che prese parte, con la co-esecuzione della “Sonata a quattro” di G. F. Malipiero, al concerto di inaugurazione del convegno sulla valevole e troppo dimenticata generazione dell’ ’80 tenutasi nei giorni 9-10-11 maggio del 1980, cui io ebbi il clamoroso privilegio di assistere?
    Fulvio Porcellana

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