Author Archives: giorgiotagliabue

Il Finale del Crepuscolo degli dèi come parafrasi del destino della Terra

Il periodo in cui Wagner stende il poema del Ring, sia nel suo abbozzo che nella sua forma definitiva, sono gli anni nei quali le tecnologie cominciano il loro processo di saccheggio delle risolse naturali della Terra e al contempo ha inizio lo sfruttamento sistematico della fatica umana che, accompagnato da condizioni di vita che più che essere definite inumane, possono essere ben chiamate subumane, mostra la faccia più atroce della coesistenza degli esseri viventi su questo pianeta, che, invece […]

Enden sah ich die Welt (Io ho visto il mondo finire).

Cari amici vi propongo la ricostruzione filmica della Meditazione musicale da me tenuta nel dicembre 2019 presso l’Associazione Wagneriana di Milano, di cui sono presidente. Il titolo della Meditazione è stato preso dai versi finali con i quali Wagner concludeva il poema del Crepuscolo degli dèi nell’anno 1852. Tali versi non vennero poi musicati e furono sostituiti da altri. I link, che rimandano a tale Meditazione sono due, in quanto la visione, che risulta essere lunga e coinvolgente, ha giovato […]

Perché Wagner?

Lettera aperta del Presidente dell’Associazione Wagneriana di Milano M° Giorgio Tagliabue In un mondo nel quale la bramosia di potere e di ricchezza dell’uomo sta mettendo a repentaglio l’intero ecosistema e la sopravvivenza stessa di molte specie animali, tra cui quella a cui esso stesso appartiene, una voce profonda ed imperiosa si leva nel mondo dell’arte, per lanciare, attraverso un sommo ed inarrivabile capolavoro artistico, un monito all’intero genere umano perché, rivedendo completamente il proprio ruolo, il proprio impegno e […]

Non mi è facile trovare il modo giusto di iniziare e dunque lo farò nel modo più semplice e immediato, anche se forse non il più corretto.

Il questo mese di febbraio, invitato da un amico ad assistere ad un concerto nella mia città, Milano, ho avuto l’occasione di essere testimone all’ennesima “impostura” messa in atto da chi organizza i concerti ai danni di un pubblico “incapace di intendere e di volere” che inghiotte ogni cosa non sapendo fare distinzione tra lo sterco di jak e una torta St. Honoré.

Nel suddetto concerto, tenuto da quella che potrebbe essere una decorosissima orchestra, si sarebbe dovuto ascoltare il Requiem di Mozart e quello di Silvia Colasanti, dal titolo “Stringeranno nei pugni una cometa”.

Per quanto riguarda l’esecuzione del Requiem di Mozart, posso affermare senza ombra di dubbio che essa sia stata la peggiore mai ascoltata nella mia pur lunga vita.

Mi affretto, però, ad affermare che non ritengo responsabile di tale pessima esecuzione l’orchestra, bensì quel giovane francese che, pur essendo chiamato a far parte della (purtroppo) non più nobile categoria dei direttori d’orchestra (categoria alla quale sono appartenuti Carlos Kleiber, Leonard Bernstein, Herbert von Karajan, Wilhelm Furtwängler, Hans Knappertsbusch e altri), si è rivelato molto più che incapace di svolgere il compito affidatogli, bensì assolutamente e perniciosamente dannoso.

Personalmente non so, e non voglio sapere, in qual modo e da chi tali direttori d’orchestra vengano scelti, ma se dovessi immaginarmelo lo vedrei sotto le luci del tendone di un circo, mentre, al suono della banda, passano in rassegna i clown o, per usare un termine più nostrano, i pagliacci. Peccato che essi, posti ad assolvere compiti che non gli competono, non risultino per nulla divertenti, bensì profondamente ed irritantemente indisponenti.

Quello che ha tentato, nell’occasione di cui vi sto parlando, di dirigere l’orchestra nei due Requiem in programma, più che un direttore d’orchestra, sembrava un uccello a cui fosse rimasta impigliata una zampina in una trappola per topolini e che tentava in ogni modo di liberarsi per riprendere il volo e scapparsene lontano.

Devo dire che anch’io, vedendolo, mi agitavo non poco e avrei voluto scappare da quegl’istanti di artistico dolore.

Peccato che durante il suo goffo tentativo di liberarsi dalla trappola in cui si era venuto a trovare, il giovane francese avesse di fronte a sé un’orchestra e un coro che, a causa sua, mostravano i limiti di una concertazione e di una direzione alquanto infelice e lacunosa.

Il giovane rappresentante di quella strana arte circense, che si sbracciava come un invasato nel tentativo di entrare a far parte della categoria dei “circonductors”, mostrava apertamente di non avere acquisito alcuna base tecnica dell’arte direttoriale.

Per me, che ho dedicato gran parte della vita a tale arte, avendola appresa dai grandissimi e avendone approfondito la tecnica del completo dominio corporeo, la mistica del rapporto con lo spazio sonoro circostante e l’attenta e sincera ricostruzione spaziale della musica, un tale giovanotto dovrebbe prendere coscienza dei propri abissali limiti ed essere mandato ad impiegarsi in qualcosa di meno dannoso per l’umanità. Ammesso che vi possa riuscire.

Come ciliegina sulla squallida torta di ipocrisia musicale, lo pseudo-maestro ha voluto “misticheggiare gigionescamente”, dandosi arie da “guru del suono”, scimmiottando indecentemente, come oggi fa più d’uno, Claudio Abbado che, al termine di una Nona sinfonia di Mahler, tenne il pubblico in un mistico silenzio per oltre due minuti.

Evidentemente il giovane francese ha un ego talmente bulimico da ottundergli perfino la presa di coscienza dei suoi immensi ed invalicabili limiti.

È un vero peccato, perché continuando di questo passo, il pubblico italiano, facile preda di artistica confusione, vedrà scemare sempre più il livello qualitativo delle esecuzioni offertegli.

Concludo, poiché credo d’aver già sprecato troppi minuti del mio prezioso tempo, dicendo che quello di domenica è stato il terzo concerto al quale ho assistito con la medesima orchestra ed ho dovuto rendermi conto che il livello qualitativo dei direttori d’orchestra è, nel modo più assoluto, sotto il livello della decenza alla quale il rispetto di un pubblico, sia esso pagante o meno, dovrebbe essere assicurato, pena l’inarrestabile declino della qualità delle esecuzioni offerte alla gens italica.

Dimenticavo. Il Requiem della Colasanti che, al di là della direzione assai deficitaria, ho intuito essere assai dignitoso e pregno di intensa fascinazione sonora, mi è piaciuto, pur se il contenuto musicale in sé non fosse particolarmente ricco.

 

 

 

Bayreuth 1876 – Genesi di un mito

Nella sterminata e talvolta immotivata produzione letteraria contemporanea, complice della perniciosa distruzione di parte della flora terrestre, viene subito da chiedersi se, nel generale olocausto arboreo, il sacrificio di una parte di tali vittime sia giustificata da un altro libro su Wagner. Mentre tento, in ambientalistica pienezza di cuore e levità di mente, di sottoporre ad un’onesta meditazione il dilemma che, come autore del presente libro, mi attanaglia, rievoco i motivi che mi hanno indotto al lavoro, prettamente cronachistico, col […]

Il senso della vita in un verso

  Vi sono poesie che distillano, come in un  nucleo denso e compatto seppur fluido e leggero, tutto il senso della vita umana, con tutto il suo immenso fardello di sentimenti. Quando, all’età di vent’anni, un individuo, di cui ho smarrito nome e fattezze nel lungo percorso esistenziale che mi separa da quei giorni, mi recitò questi brevi versi, il giovanotto scioccamente vanitoso e ampiamente ignorante che ero ne rimase completamente folgorato, e non solo per la loro intrinseca e […]

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Anche l’ignoranza ha un prezzo. Nel caso di Stéphane Lissner il prezzo era di un milione di euro l’anno. Tanto era il costo che l’ignoranza dell’ex sovrintendente del Teatro alla Scala imponeva ai contribuenti. Questo signore era, fino a pochi mesi fa, il massimo dirigente di uno dei teatri di tradizione più importanti del mondo. La logica dei miseri mortali (categoria a cui tutti noi apparteniamo) vorrebbe che un professionista di questo livello fosse anche un “super-competente” della materia a […]

A Claudio Abbado

Caro Maestro, quante inutili parole verranno scritte e quanto l’inutile suono di vane e ipocriti parole dovrà divenire il tuo viatico per questo nuovo, ultimo, definitivo viaggio. Oggi, molti di noi piangono. Ci sentiamo turbati, soli, poveri; il nostro spirito è incupito. Altri, invece, diverranno i principali protagonisti della solita “ignobile farsa”. La “farsa italica” che, oramai per la maggior parte dei cittadini, è divenuta terribile tragedia. Arriverà il cordoglio delle Autorità. Gli uomini politici fingeranno di piangerti; mostreranno il […]

Arte e Chaos

Vorrei dedicare queste poche righe a quella vile accozzaglia di imbellettati ignoranti, occupati a tempo pieno a condurre l’ “eutanasia” dei beni culturali e artistici di questo miserando Paese, perché dedichino una maggiore attenzione alle innumerevoli ricchezze di cui, nonostante il loro passaggio, questa nazione è ancora ricca. Se interrompessero, per qualche istante, il famelico impegno con cui si dedicano a spolpare le ossa della carogna di questa povera nazione, anche a loro, potrebbe essere elargita, da una benevola e […]

Addio Franca

Povera Terra. Sempre più povera. Grazie Franca.

Del silenzio

Chi scrive queste righe, personalmente vorrebbe che il proprio pensiero si potesse librare al di sopra del marciume che lo circonda. Vorrebbe poter discorrere di amore, di solidarietà, di arte, di natura, di bellezza, di meraviglia, di emozioni che nutrono l’esistenza. Vorrebbe che i sorrisi lubrichi dei “rappresentanti istituzionali”, dei tanti esseri spregevoli, che inondano, come viscido liquame, gli schermi televisivi, i cartelloni pubblicitari, i quotidiani, le riviste e, proditoriamente com’è nella loro natura, anche le cassette della posta, non […]

Il Direttore d’orchestra: un animale in estinzione

   Quando informo sulla professione che svolgo, coloro che sono interessati a saperlo, vedo accendersi sul viso delle persone un’espressione che racchiude un connubio di ammirazione e una buona parte di invidia. Molto presto mi sento in dovere, per profondo amore della verità, di ridurre alla sue reali proporzioni tale ammirazione e di cercare di cancellare completamente l’idea che, questo mio, sia un lavoro di pura ed estatica delizia. Non è per niente così. Lo ribadisco con forze e con […]

Della vita e del nulla silente

Alcuni anni fa decisi di recarmi dal mio medico per una normale visita di controllo. Non avevo particolari disturbi, ma ero solito, periodicamente incontrarlo per farmi rassicurare sul mio corretto stato di salute. Non avrei mai immaginato che quella visita avrebbe cambiato completamente la mia vita. Il mio medico, senza grandi cautele, mi diede la notizia che avevo contratto un virus che uccide il 100% delle persone infettate. La notizia era di quelle che troncano il respiro e tagliano le […]

Ad un gigante: Karlheinz Deschner

Continuare a parlare degli squallidi coproliti planetari che gravitano sulle nostre vite e che, come pericolosi “meteoriti fecali”, minacciano di abbattersi, ogni istante, sulle nostre vite, spesso ha il perverso effetto di abbassare al loro livello il nostro pensiero. Fino a costringerlo ad inzaccherarsi nello stesso liquame nel quale, i vari subumani, grufolano felici ad onta dei loro immensi e fraudolenti patrimoni. Al sicuro da leggi e magistrature umane. Quindi, giusto per salvare dall’annegamento nelle feci, prodotte copiosissime dai nostri […]

Dello scrivere

I libri vanno scritti a trent’anni. Quando uno ha imparato molte cose, ma non così tante da non riuscire più a farne una cernita. Censire gli argomenti che riempiono (ma forse, questo, non è il verbo giusto) la mente di un uomo di oltre sessant’anni non è più possibile. Questi sono diventati dei mutanti. Sono esseri dalle caratteristiche ibride, rivestiti di sembianze che occultano la loro natura originaria. Esseri così geneticamente trasformati da non rispondere più neppure al richiamo del […]