Il dio Malengfung

Mi affascina e, se sfrondata della sua tragicità, mi diverte l’idea di un dio stupido e vanesio che, annoiato dalla quiete e dal silenzio, crea il mondo e poi si accorge che l’opera gli è riuscita malaccio, a causa di un fondamentale difetto: la presenza dell’essere umano. E che dopo essersi reso conto del guasto, nella costruzione, decide di porvi rimedio, distruggendone una parte considerevole. Un dio che, in ogni caso, farà pagare a questo scarto di lavorazione, l’enorme peso della sua manifesta incapacità. Dolori, malattie, ingiustizie, morte e gli altri mille flagelli che si abbattono sulle vite umane, sono il prezzo, pagato dall’umanità ad un dio incapace, che col suo silenzio beota, non informa neppure sulla durata della punizione inflitta alle creature difettose. Se Dio fosse un tiranno, tenteremmo di abbatterlo. Assalteremmo, armati di forconi e scuri, secondo un’iconografia consolidata, il palazzo in cui il demiurgo ha sede e, poiché la collera popolare non contempla le mezze misure, faremmo scempio di lui e della sua genia, ammesso che ne avesse. Mi affascina, dicevo all’inizio, come mi affascina la stupidità, la superstizione, i giochi dei prestigiatori, i maghi, i ciarlatani, i preti. Mi affascina il meccanismo per mezzo del quale la gente si affida alle loro amorevoli e disinteressate cure. Come cedono alle lusinghe della irrazionalità più imbelle. Il dio Malengfung è assai più serio. Stanco del lavoro fatto per creare il mondo, s’è addormentato per un pisolino, la cui durata non ci è dato conoscere. Solo una cosa è certa; un giorno si risveglierà per distruggere il suo operato. Almeno in una cosa tali religioni concordano: il mondo, così com’è, non sembra essere il migliore dei risultati ottenibili. Certo è vero anche che modelli a cui rifarsi non ce n’erano poi tanti, anche se la logica, un tantino eretica, mi suggerisce che, nella vastità del cosmo, qualche prova, in una remota galassia si sarebbe potuta anche fare. Dio, qualunque dei tanti, avrebbe potuto fare quello che ha fatto e, concedendosi qualche milione di anni di osservazione, vedere i risultati e trarne le dovute conclusioni che, alla luce di quanto è accaduto nella nostra piccola periferia galattica, offrono dati non certo esaltanti.Sorge spontaneo un dubbio. E se la prova, fosse questo nostro mondo malriuscito e dolente?

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